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Annual conference

PSICOLOGIA DELLO SPORT

La Psicologia dello Sport è una disciplina di studio e di applicazione relativamente giovane ed in costante evoluzione.
La sua data di nascita si può fissare nei primi anni ’60,ma è negli anni ’80 che prende veramente piede all’interno dell’estabilishment sportivo e sociale.

I campi di azione della Psicologia dello Sport spaziano dal settore educativo a quello riabilitativo,da quello agonistico a quello dilettantistico e ricreativo.
Ma al centro dello studio e di ogni intervento della Psicologia dello Sport viene posta sempre ed unicamente la persona,intesa nella sua interezza psicofisica e nel pieno rispetto della sua individualità.

Nell’area di studio della Psicologia dello Sport confluiscono diverse altre discipline sia del settore psicologico e psicoterapeutico,che di altri campi come,per esempio, la biomeccanica,la pedagogia,la sociologia,la biologia e la medicina stessa.

Allo Psicologo dello Sport è quindi richiesta una professionalità che comporta anche un costante aggiornamento. Solo uno psicologo formato e preparato nel settore specifico della Psicologia dello Sport può definirsi tale e può essere in grado di ottenere quelli che sono gli obiettivi di ogni intervento in Psicologia dello Sport: la crescita della persona,l’espansione dei suoi limiti,il potenziamento delle capacità dell’atleta,il miglioramento della comunicazione con il proprio corpo e con gli altri. Il tutto per rendere quindi la pratica sportiva un’esperienza di crescita e,al tempo stesso,gratificante.

LA PREPARAZIONE MENTALE NELLO SPORT

L’atleta di oggi è un professionista e quando svolge attività soprattutto ad alto livello sa di non poter mancare alle aspettative di prestazione.

E’ ormai chiaro che le abilità mentali possono essere apprese e potenziate come quelle motorie;per fare ciò la Psicologia dello Sport si affida ad uno strumento appositamente studiato,il Mental Training,di di cui andiamo a vedere i passaggi base.

  1. Rilassamento
    Si dice che l’avversario più temuto dall’atleta sia l’ansia.
    Una buona parte dell’allenamento mentale è spesso orientato a strategie di rilassamento psicofisico,quali per esempio il Training Autogeno.

  2. Stress
    Sapere gestire lo stress da agonismo e da prestazione è un altro importante passaggio.
    Abbiamo molti atleti che rendono bene in allenamento,ma non ottengono gli stessi risultati in gara a causa dell’ansia e dell’incapacità di orientare in senso positivo le proprie qualità.

  3. Obiettivi
    Sapere definire con chiarezza i propri obiettivi di preparazione e gara,sia a livello fisico che psichico,a breve,medio e lungo termine,è una vera e propria arma vincente.

  4. Dialogo interno
    Il nostro linguaggio interiore determina il nostro modo di comportarci. Sapere costruire un modo di dialogare impostato sulla realtà,sulla positività,sull’ascolto,diventa importante per non smarrirsi di fronte agli ostacoli.

  5. Visualizzazione
    Ogni nostro movimento,prima di essere eseguito,viene sempre prima pensato ed immaginato. Sapersi destreggiare nella costruzione di immagini personali orientate al miglioramento della prestazione porta ad un graduale miglioramento della prestazione sportiva.

  6. Concentrazione
    Si dice che un atleta non ha reso perché è andato “nel pallone”,cioè non ha saputo mantenersi concentrato. La concentrazione è la capacità di focalizzare l’attenzione su un preciso compito senza subire l’influenza di stimoli esterni o interni.

SPORT E TRAINING AUTOGENO

Il Training Autogeno è un metodo di rilassamento naturale ed efficace,ideato da Johannes H. Schultz,facilmente acquisibile,in quanto non richiede capacità o doti particolari,né sforzi fisici.

I benefici che se ne possono trarre riguardano principalmente una maggiore capacità di auto-rilassamento e di recupero veloce delle proprie energie psicofisiche,dando così la possibilità di valorizzare le potenzialità che ognuno di noi possiede per aiutare se stesso.

Per chi fa sport il T.A. diventa un valido ausilio,in quanto permette di valorizzare le naturali capacità dell’atleta, consentendogli di ottenere una efficace riduzione della tensione prima e durante la competizione,mantenere una buona concentrazione durante la gara,e favorire il recupero psicofisico tra una competizione e l’altra.

Inoltre,in caso di infortunio,con l’aiuto del Training Autogeno,l’atleta affronta le fasi di recupero e riabilitazione con maggiore beneficio.

Fin dagli anni ’60 questa tecnica è stata applicata allo Sport,da quando alle Olimpiadi di Roma gli atleti Azzurri ottennero dei successi anche grazie al T.A..

In seguito la famosa “Valanga Azzurra” di sci utilizzò il Training Autogeno,sia negli allenamenti che in gara.

I maratoneti italiani vincitori nelle diverse edizioni della famosa Maratona di New York hanno utilizzato e ancora utilizzano il T.A..

Il T.A. è facile da apprendere,di solito bastano 10/12 sedute,individuali o di gruppo,diluite in tre mesi,per poterlo applicare efficacemente al proprio sport.

PSICOLOGIA E BENESSERE

Il benessere non è soltanto una questione fisica,ma anche e principalmente,mentale.
Combattere le conseguenze negative dello stress è uno degli obiettivi principali per il conseguimento della salute fisica e psicologica.

Per mantenersi in salute e in forma sono consigliabili i “3 punti forti”:

  • fare regolarmente esercizio fisico;
  • alimentarsi correttamente;
  • dedicare momenti della giornata ad un sano riposo.

La Psicologia del Benessere lavora nelle seguenti direzioni:

  • scaricare le tensioni;
  • rilassarsi;
  • riscoprire il proprio respiro;
  • dialogo interiore;
  • equilibrio psicofisico.

Ognuno ha la possibilità di seguire un percorso personalizzato di Psicologia del Benessere.

 

Dott. Ubaldo Pedretti
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formativo-professionale

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